Valutare gli effetti delle politiche attive del lavoro: la logica controfattuale.
Martini A., Rettore E., Trivellato U. (2012), “Valutare gli effetti delle politiche attive del lavoro: la logica controfattuale”, in M. Cantalupi e M. Demurtas (editori), Politiche di attivazione e ‘performance’ dei servizi per l’impiego. Bologna, Il Mulino.
Negli ultimi decenni hanno assunto un’importanza crescente interventi pubblici mirati a gruppi in varia misura ristretti di soggetti – individui, famiglie, imprese, con l’obiettivo di modificare in un senso desiderato la condizione e/o il comportamento dei destinatari mediante l’applicazione di un “trattamento”: l’erogazione di un incentivo, l’offerta di un servizio, una nuova regolazione. L’interrogativo che si pone è se queste politiche (o programmi o interventi che dir si voglia) “funzionino” o meno.
L’approccio controfattuale alla valutazione degli effetti delle politiche pubbliche si propone di verificare la capacità di una politica pubblica di modificare nella direzione desiderata i comportamenti o le condizioni di una determinata popolazione di destinatari, ovvero di determinare in quale misura l’intervento – piuttosto che altri fattori – abbia contribuito al raggiungimento di un certo risultato. Come stabilire se esiste un nesso causale tra la politica attuata e i cambiamenti nella condizione/comportamento su cui la politica voleva incidere? Teoricamente, l’effetto viene definito come differenza tra ciò che è accaduto dopo l’attuazione di una politica (situazione fattuale) e ciò che sarebbe accaduto se quella stessa politica non fosse stata realizzata (situazione controfattuale).